
MeWe, Parler, Rumble e Sfero: i nuovi social rischiano di creare abusi, violenza e fake news
Non solo Twitter e Facebook. In Italia, come nel resto del mondo, si sta registrando sempre di pi e soprattutto nelle ultime ore, la crescita di alcuni social network alternativi che gli utenti scelgono per la loro libert di espressione. Ma pi che libert in essi vige la regola di non avere regole: non ci sono controlli su nulla e questo chiaramente non fa che portare ad un enorme rischio di abusi e illeciti e la diffusione incontrollata di fake news, contro le quali difficile, se non impossibile, adottare adeguate misure di contrasto.
MeWe, Parler, Rumble e Sfero: i nuovi ”pericolosi” social
La forte denuncia di questa nuova situazione social arriva direttamente da Visionari NO Profit, l’associazione specializzata in tecnologia che ha deciso di monitorare la crescita nel nostro paese di social network alternativi ai classici. Dario Piermattei, Segretario Generale di Visionari ha dichiarato: “A differenza di Google, YouTube, Instagram, ecc. queste piattaforme alternative non svolgono adeguati controlli sui contenuti diffusi dai propri utenti, e adottano una politica pi permissiva. Il rischio concreto quello di una diffusione incontrollata di disinformazione e fake news, e di video e contenuti pericolosi che possono incrementare abusi, illeciti e violenza, come dimostrato daifatti recenti degli Stati Uniti”.
Quali sono i nuovi social ”libertini” che stanno occupando le cronache degli ultimi giorni? Innanzitutto Parler che abbiamo visto proprio nella giornata di ieri essere stato messo completamente offline da Amazon che ne aveva venduto l’hosting. La sospensione chiaramente non permetter di ”azzittare” completamente la voce della piattaforma che probabilmente si sposter su di un altro servizio ma di fatto la decisione da parte di Amazon ricalca quello a cui anche Visionari sta assistendo ossia che i post presenti nella piattaforma non fanno altro che andare in contrasto con i termini di servizio di Amazon Web Servises.
Perler stato praticamente messo offline non solo da Amazon ma anche dagli store di Apple e di Google. In questo caso la decisione arrivata nelle scorse ore soprattutto dopo che il Presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump, bannato da Twitter aveva deciso di spostarsi proprio sulla piattaforma di Parler per continuare le sue dimostrazioni politiche sulle elezioni 2020. Parler una piattaforma molto simile a Twitter, ed divenuta appunto rifugio soprattutto dei seguaci di Trump e QAnon. Il sito Web e lapplicazione dunque non sono pi a disposizionefino a quando la gestione del sito non trover un nuovo provider di hosting. Ma chiunque poteva fino a poche ore fa creare un proprio account.
Sebbene Parler non sia pi disponibile tramite gli store, potr essere ancora disponibilel’accesso per coloro che lo hanno gi scaricato (una volta risolto il problema dei server).E dunque le persone che avevano gi scaricato l’app Parler sono ancora in grado di usarla. Il futuro di Parler rimane comunque incerto: sul sitola pagina con le informazioni per il download sempre presente ma con queste indicazioni non si pu ovviamente procedere all’installazione.
Come detto non c’ solo Parler ma molte altre piattaforme che sono gi attive per la community di eventuali trasgressori delle regole. Si sta sempre pi rafforzando, ad esempio, MeWe piattaformamolto simile a Facebook, ma che vede la presenza di gruppi aperti (con annesso servizio di messaggistica) dove chiunque pu scrivere liberamente di tutto. C’ poi anche Sfero: il ”primo social network senza cookie” che ospita contributi in forma lunga (articoli e video). Solitamente viene utilizzato da no-mask e no-vax, e per claim pseudoscientifici come ”risvegliamo il corpo, e il virus non ci colpir. Meditate ed esercitatevi con il respiro ed fatta”. E poi c’ anche Rumble che si sta esaltando molto nei numeri visto che a differenza degli altri prevede la diffusione di video. S, Rumble, proprio una piattaforma di streaming video alla pari di YouTube ma con gli standard decisamente pi ”lascivi”.
Una situazione difficile quella nata da Parler ma che sta coinvolgendo anche le altre piattaforme. La volont chiaramente di reprimere queste piattaforme non quella di non permettere una libera espressione ma la difficolt, in caso, di avere il controllo sulle fake news ossia sulle false notizie messe in giro da militanti di gruppi politici che potrebbero nuocere gravemente sulla vita delle persone nel quotidiano. Da qui la volont di porre ”offline” da parte dei big tech ogni sorta di piattaforma che non abbia controllo sulle false notizie, pericolose in tutto e per tutto.